Tutti siamo chini, con la testa e l’anima dentro la realtà del nostro smartphone. Chiusi nella bolla, ciascuno cerca la propria via d’uscita. Il web può avere la forza di un potente sedativo, o generare profondi stati di ansia. Chi naviga, non protesta e se lo fa, confina la propria rabbia sui social.
Ci hanno espropriato del senso della solidarietà e della fratellanza.
Ci hanno derubato del diritto di vivere il nostro presente presente e ora con la guerra, del poter sognare il futuro.
Resi ostaggi dalla paura, siamo oppressi e depressi da analisi che pretendono di spiegarci perché sia giusto fare una guerra o odiare un popolo fatto di persone, con i nostri stessi sentimenti.
I popoli sono taglieggiati dalle mafie, il lavoro è svilito dallo sfruttamento e dalla perdita dei diritti, le piccole aziende sono saccheggiate dalle multinazionali, i redditi sono bastonati dalle tasse, le iniziative sono massacrate dalla burocrazia, la nostra salute fisica e mentale è aggredita dall’ossessione delle paure che ci vengono instillate continuamente, la Terra sta cambiando a causa della pressione che esercita su di essa un’attività umana volta solo allo sfruttamento cieco delle risorse, le ricchezze del Pianeta sono sempre più concentrate nelle mani di pochi e le moltitudini dei disperati e dei diseredati, si ingrossano sempre di più.
Ma dove sono finiti questi problemi, quelli veri, quelli che se risolti o almeno affrontati, possono migliorare la qualità della vita delle persone e dell’ambiente?
Scatenano guerre sempre più grandi e devastanti, perché la guerra è un grande, enorme business. Si vendono armi, si specula sull’energia, e le devastazioni andranno colmate con fiumi di denaro per ricostruire. Chi è già ricco, si arricchirà di più e tanti, tantissimi esseri umani moriranno o piangeranno i loro morti, cureranno i loro feriti e imprecheranno o pregheranno il loro Dio.
Facciamo un atto rivoluzionario.
Anzi iniziamo a farne molti! Spegniamo smartphone e serie televisive. Apriamo di nuovo i libri, cerchiamo in essi ispirazione e idee nuove, poi trasformiamole in azioni tanto antiche, quanto ora insolite.
Usciamo di casa, parliamo con i nostri vicini.
Realizziamo iniziative che aiutino e supportino la nostra comunità. Confrontiamoci con la realtà, facciamo gesti solidali, aiutiamo e sporchiamoci le mani per farlo.
Facciamo quello che non si aspettano e forse che stupisce anche noi: parliamo di Pace e scendiamo in piazza a manifestare per essa.
Vinciamo la paura e progettiamo il nostro futuro!