Non che mi aspettassi una vita migliore di quella che ho vissuto, ma l’idea che la parte migliore della vita debba ancora venire, mi pare abbia una sua logica.
“Dopo i tuoi 60 anni inizierà la parte migliore della tua vita”. Così scriveva Tiziano Terzani, alla fine degli anni ’90.
Fino a quest’età, si è fatto il proprio dovere, si è pagato il debito con la società e con la propria famiglia. Si è costruito e giocato un ruolo che si è scelto (se si è stati bravi) o che ci è stato appiccicato dagli altri.
Ci si è fatti una famiglia, riuscita più o meno bene, si sono fatti dei figli e dei debiti per pagare loro scarpe e studi. Si sono assistiti i propri “vecchi”, a volte teneramente, altre volte con malcelato fastidio. Insomma, ci si è comportati “come si deve”; si è fatta la propria figura, più o meno buona e ora, finalmente, si è liberi! Liberi, ma non per andare in pensione, privilegio che a 60 anni è ormai riservato a pochi fortunati o lungimiranti che per raggiungere tale fine, si sono attrezzati per tempo. E poi basta pensare alla pensione, come il tempo nel quale si è pagati per non fare nulla!
E’ una visione distorta, arida e materialistica di questi anni, che invece ci possono riservare ancora energia, slancio, entusiasmo e gioia di vivere da condividere con chi ci sta intorno e con la nostra comunità.
I 60 anni (e oltre), sono belli per quelli che hanno cose da fare, che hanno voglia di imparare e di scoprire e che ora hanno tempo e risorse, e non parlo di quelle economiche, per farlo.
Puoi dipingere, imparare a suonare uno strumento, cantare in un coro o ballare il tango. Puoi camminare sul tracciato di un antico Cammino di pellegrini, per ritrovare il tuo passo, il tuo respiro e rimettere ordine tra i mille pensieri di una vita.
Puoi “esserci” per i tuoi figli e per i giovani che, in te, devono sentire un appoggio, la possibilità di un confronto, ma non un giudizio o un’ingerenza nella loro vita.
Puoi scrivere romanzi, veleggiare in alto mare o scalare una montagna.
Per me, questo andare avanti degli anni della mia vita, può solo voler dire essere più sincero, franco e disinvolto.
Vuol dire poter scrivere e affermare quello che voglio e che penso.
Occuparmi di ciò che credo per me importante, anche se così non sembra a molti altri.
A quest’ora della vita, si può essere finalmente liberi, come da più giovani non si può essere.
O almeno io, non ho potuto esserlo, caricato fin da bambino, di responsabilità ben più grandi di me. Ora si può vivere fuori dalle regole, infischiandosene di giudizi e preconcetti.
A quest’ora della vita, ci si può permettere (e io voglio farlo), la pazzia e la gioia di essere presi per pazzi!