Emil Banca ha finanziato un progetto per aiutare gli operatori della Fondazione Ant a gestire parte dell’assistenza domiciliare da remoto e gli assistiti ad affrontare senza paure le piccole imprese quotidiane legate al web.
Un nipote in affitto per abbattere le barriere digitali e aiutare gli operatori della Fondazione Ant a gestire parte dell’assistenza da remoto e gli assistiti ad affrontare senza paure le piccole imprese quotidiane legate al web, come attivare lo Spid o consultare il fascicolo elettronico. Ci hanno pensato Ant, Emil Banca e l’omonima start up barese nata col proposito di affiancare giovani assistenti avvezzi alle nuove tecnologie agli anziani meno reattivi nell’utilizzo dei device contemporanei.
Lo scorso giugno, a MUG, l’hub per start up ad alto impatto sociale che Emil Banca ha aperto a Bologna, è stato presentato il progetto sull’affiancamento tecnologico dedicato ai malati oncologici, ai loro caregiver e agli operatori sanitari dell’ANT che li seguono quotidianamente.
(Nella foto, da sinistra: Roberto Salamina, Raffaella Pannuti, Daniele Ravaglia.)
“L’assistenza ai sofferenti di tumore in fase avanzata o avanzatissima deve avere il carattere di una presa in carico globale di carattere socioassistenziale. – ha spiegato la presidente di Fondazione ANT, Raffaella Pannuti – In questa ottica, quella di una visione assistenziale cucita sulle necessità specifiche di ciascun paziente e caregiver, prevede anche il nostro coordinamento con Nipote in affitto. Sullo sfondo di un concetto di telemedicina che non prescinda mai dall’umanizzazione delle cure”.
Sul territorio, una decina di giovani della startup Nipote in Affitto lavorerà per rendere famigliare a pazienti e assistenti l’utilizzo di un dispositivo – Butterflife – che monitora cinque parametri vitali degli assistiti (ritmo cardiaco, saturazione di ossigeno, temperatura, pressione arteriosa e frequenza respiratoria). I dati raccolti vengono poi trasferiti a una piattaforma, condivisa con il personale medico sanitario, per tenere sempre aggiornato il quadro clinico dei pazienti.
Il progetto di Nipote in affitto e ANT è reso possibile grazie al sostegno di Emil Banca, con il quale ANT intrattiene da sempre un rapporto di proficua collaborazione.
“Siamo partner di Ant praticamente da sempre, sia per l’attività di assistenza domiciliare gratuita ai sofferenti di tumore, a cui contribuiscono anche i nostri Comitati Soci locali, sia nell’attività di prevenzione, con diverse centinaia di nostri Soci che ogni anno si sottopongono a visite specialistiche gratuite con i medici della Fondazione – ha ricordato Daniele Ravaglia, direttore generale di Emil Banca, che ha aggiunto: “Da qualche anno stiamo lavorando assieme anche per abbattere le barriere. Quelle fisiche, con un mezzo attrezzato per viste specialistiche di prevenzione che porta i medici nei Comuni dell’Appenino bolognese e reggiano, e, oggi, con questo progetto, le barriere digitali”.
Oltre all’iniziale gestione dei Butterflife, i Nipoti in affitto si occuperanno delle quotidiane esigenze “digitali” dei pazienti oncologici e di chi li assiste, come l’attivazione dello SPID, la consultazione del fascicolo sanitario elettronico, l’accesso al sito INPS e altro.
“C’è una fetta di popolazione che ha pienamente diritto ad accedere ai nuovi servizi digitali, a sentirsi inclusa nella vita sociale, – è il punto di vista di Roberto Salamina, CEO e co-founder di Nipote in affitto – e vogliamo rendere inclusa e coinvolta la generazione più longeva di sempre: i Baby Boomers”.
Mentre per Valentina de Caro, CMO e co-founder della startup barese, “il digitale è uno dei cardini dell’inclusività della nostra società e avere accesso ai dispositivi digitali permette a tutti di potersi collegare ed imparare”. Del resto, è la chiosa, “il digitale è inclusivo, o almeno così almeno dovrebbe essere, mentre per una fascia di popolazione, fino a quando non sarà al passo con tutti gli altri, sarà sempre esclusivo”.
Il servizio Nipote in affitto è a disposizione dei pazienti assistiti da ANT e dei loro caregiver su richiesta degli interessati o su proposta dei professionisti che li seguono, così da semplificare l’accesso alle opportunità offerte dal digitale.