Sono certo che tutti noi siamo pronti ad affrontare e risolvere il problema dei rifiuti, facendo scelte più sostenibili d’acquisto, uso, riuso, riciclaggio e smaltimento di quello che rimane dei prodotti che utilizziamo.
Il primo problema che dobbiamo risolvere, è il nostro rapporto con la plastica!
La produzione di plastica per ogni tipo di contenitore, imballaggio, attrezzo, stoviglia, parti di macchinari, utensili, etc, negli ultimi 60 anni, è aumentata in modo esponenziale e il suo smaltimento, è diventato uno dei principali problemi ambientali, sanitari ed economici del nostro tempo.
Secondo recenti studi, la quantità di plastica prodotta nel mondo negli ultimi 60 anni, sarebbe di circa 10 miliardi di tonnellate. Una quantità spaventosa e impossibile da immaginare che, per avere un’idea, (se ho fatto bene questo imbarazzante calcolo), è pari al peso di 125 miliardi di esseri umani di 80 kg! (18 volte il peso di tutti gli abitanti dal nostro Pianeta).
A livello globale, il dato più sconcertante, è che di tutta la plastica prodotta, solo una percentuale piccolissima (intorno al 10%) è stata riciclata.
Un’altra parte è stata incenerita (12/15%), in gran parte al di fuori di impianti che ne controllino le emissioni nocive, e infine il rimanente, pari a ¾ del totale giace abbandonata nelle discariche o è stata dispersa nell’ambiente e nei mari.
Con la sola esclusione delle bio-plastiche (cioè la plastica biodegradabile, ottenuta da materiali di origine vegetale), è sempre bene ricordare, che le plastiche sono materiali, anche molto diversi tra loro, prodotti a partire da sostanze derivate dal petrolio. Questa caratteristica, le rende adatte e resistenti per molteplici usi; così resistenti che tutta la plastica prodotta negli ultimi 60 anni, se non è stata bruciata, con conseguenze sulla nostra salute e sull’ambiente, è ancora presente nella terra e nei mari, frazionata in frammenti sempre più piccoli, che finiscono per inquinare acque e terra, o ingoiati dagli animali, entrano nella catena alimentare.
Il fenomeno delle enormi “isole galleggianti” di plastica negli oceani, è ormai conosciuto, ma forse ancora più grave e meno evidente è la vera emergenza creata dalla presenza di una sorta di “nuvole” di microplastiche ormai diffuse in tutti i mari interni, Mediterraneo compreso.
Anche l’Unione Europea ha fissato alcuni importanti obiettivi, per ridurre il consumo della plastica, riciclando almeno il 50% di quella prodotta per gli imballaggi entro il 2030 e vietando la produzione e la vendita di prodotti usa e getta.
Piatti bicchieri, cotton fioc e cannucce, oltre a bottiglie, taniche, contenitori di saponi liquidi, pezzi di plastica di varia natura, retine per allevamento delle cozze, etc, invadono le nostre spiagge.
Una vera e propria discarica, che forse non noterete sulle coste più attrezzate e urbanizzate, ma che diventa una vera e propria ferita al cuore, se come me, amate la natura e vi spingerete a godere del mare in spiagge isolate e in riserve naturali.
Inutile fare le “anime belle”! La plastica è parte integrante della nostra vita e delle nostre abitudini. Senza di essa, molte delle nostre attività quotidiane, sarebbero più faticose e complesse.
Allora, se davvero vogliamo essere risolutivi è utile, secondo me, avere un approccio pragmatico e agire quotidianamente con una sorta di “auto-controllo” delle nostre azioni, per limitare l’uso e favorire il corretto smaltimento della plastica che ci serve.
Ecco cosa si può fare
Inizia da oggi e elimina completamente la plastica monouso. Stop ad ogni tipo di stoviglia di plastica usa e getta e stop alle bottiglie e bottigliette (compra e usa sempre una borraccia). Acquista prodotti con meno imballo possibile. Se puoi, sfusi (un sacchetto di carta per i pomodori, è meglio di un contenitore di polistirolo avvolto in una pellicola di nylon).
Per il pranzo o lo spuntino in spiaggia o in montagna, usa le posate e contenitori lavabili e riutilizzabili.
Quando vai in una spiaggia non attrezzata, o cammini per un sentiero in montagna, non sporcare e portati un sacchetto da riempire con i piccoli rifiuti (plastica, lattine, bottigliette) che raccoglierai e conferirai nei contenitori al tuo rientro.
In attesa che le Leggi e le direttive europee producano effetti positivi incentivando le produzioni sostenibili e l’economia circolare, attiviamoci per ridurre il più possibile l’uso che facciamo di materie plastiche ed eliminiamo completamente la plastica monouso dalla nostra vita.
Il comportamento di acquisto e di uso di noi consumatori, può influenzare le aziende e l’economia, molto meglio e molto prima di qualsiasi normativa o Legge.
Se ognuno di noi fa qualcosa, insieme possiamo ripulire il mondo!