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La decrescita consapevole

Acquistare è un atto politico! Con i nostri acquisti, non solo facciamo muovere l’economia, ma indichiamo anche “quale” economia sia per noi importante.

La critica più diffusa di imprenditori, politici, economisti e giornalisti di settore, alla decrescita felice, è quella sull’impatto che l’applicazione su larga scala di questa filosofia di vita, avrebbe sull’economia, sul PIL e infine sull’occupazione e sui redditi. Ritengo che non abbiano torto: se tutti smettessimo di consumare la società così come la conosciamo, andrebbe a rotoli.

Ora, senza entrare in facili retoriche o in banalità su quanto ci sia di buono e da salvare su un modello di sviluppo economico, basato sulla distruzione delle risorse del Pianeta e lo sfruttamento di interi popoli a favore di pochi, e che ci sta portando dritti dritti, verso una probabile estinzione di massa, resta il fatto che mi sembra etico e indispensabile, tentare un’evoluzione. Una terza via tra la decrescita felice e l’attuale modello di sviluppo: la decrescita consapevole.

La nostra, è un’economia di mercato. Basata sulle leggi della domanda e dell’offerta, e quando la domanda si ferma, come abbiamo constatato nel periodo pandemico, le cose si mettono male “quasi” per tutti (non certo per le multinazionali farmaceutiche, Amazon e qualche altro). Le persone hanno consumato meno e l’economia ha frenato violentemente. A questo punto Governi e Banche Centrali, hanno immesso grandi quantità di denaro nel sistema che è ripartito di scatto, per poi arenarsi nuovamente a causa della crisi energetica e delle conseguenze della guerra in Ucraina. E di nuovo qui le cose si sono messe male per “quasi” tutti. Non per i costruttori di armi e gli speculatori finanziari, che, sulla paura, fanno sempre affari d’oro!

Schiacciati come siamo dalle molte paure che ci vengono indotte dal mainstream dell’informazione, ci sentiamo fragili e impotenti nelle nostre scelte quotidiane e continuamente minacciati dall’instabilità del lavoro e dalla conseguente precarietà dei nostri redditi, che non ci consentono di tenere il passo di un consumismo sfrenato, sollecitato da un marketing che, grazie ai social, si è fatto sempre più invasivo e su misura.

Invece è qui e ora che possiamo giocare le nostre carte e applicare alle nostre abitudini di vita e di acquisto, la decrescita consapevole.

Un approccio semplice, una scelta libera, ragionata e volontaria di acquistare meno e meglio, di non sprecare e di evitare completamente quei prodotti o quei servizi che di fatto non ci servono o che per la loro produzione sfruttano ignobilmente risorse o persone, o che svolgendo la medesima funzione, sono più inquinanti di altri.

Un esempio per tutti può essere il boom degli imbottiti (poltrone e divani), che da oggetti che duravano una vita, ora vengono venduti quasi come il pane. Peccato che, spesso ancora in buone condizioni, finiscano tutti ad intasare le discariche. Oppure la sovrabbondanza dell’elettronica di consumo, (smartphone, portatili, tablet, ecc) con un enorme impatto ambientale sia per la produzione che per la gestione del fine vita.

Possiamo scegliere come spendere e quanto spendere dei nostri soldi.

Acquistare è un atto politico!

Con i nostri acquisti, non solo facciamo muovere l’economia, ma indichiamo anche quale economia sia per noi importante, incentivando precisi settori! Verso quei prodotti e quei servizi che noi acquisteremo, si muoveranno i flussi finanziari che consentiranno, alle aziende che li producono, di espandersi e di prosperare. Verso questo tipo di aziende l’occupazione dovrà migrare, spostandosi da quelle attività ad alto impatto ambientale o etico, verso quelle attività che possono migliorare la qualità della vita della popolazione e abbattere l’impatto ambientale.

Allora, avere un’abitazione energeticamente migliore, riparare un elettrodomestico, rimandare l’acquisto di uno smartphone solo perché nuovo modello, usare la bici per i brevi spostamenti, o acquistare cibo di qualità e nella giusta quantità, oltre a migliorare la tua vita in modo tangibile e concreto, eviterà sprechi, ti lascerà più soldi in tasca ed indicherà la tua sensibilità e volontà di essere una persona migliore e più responsabile.

Applicare la decrescita consapevole alle nostre vite, potrà aiutare a riconvertire il nostro modello di sviluppo devastante già ora, ma al quale aspirano colossi mondiali come Cina, India e tanti Paesi in via di sviluppo. Dobbiamo essere noi, fortunati abitanti del Nord del Pianeta, a indicare un nuovo modello economico e sociale, sostenibile sotto ogni punto di vista.

Trasformando l’economia e la finanza da strumenti di sfruttamento e di speculazione, riportandole ad essere elementi di sviluppo e di emancipazione per l’umanità.

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