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Riflessioni sul concetto di medicina

Credo che la parola medicina abbia dei significati differenti a seconda di chi la pronuncia, di chi la ascolta, della cultura nella quale viene pronunciata e del contesto in cui si è.

La persona che ti conforta, per esempio, non è in quel momento la tua medicina?

La madre o il padre che posando la mano sul bambino sofferente, dandogli conforto e sollievo, non sono in quel momento una medicina?

Quando riesci a fare uno switch da angosciato o teso ad allego o sereno, magari per un film o un quadro o un libro o altro, quella non è una medicina?

Quando passi molto tempo nel bosco o nel verde, dopo tanto tempo passato in ufficio e ti senti ristorato o più equilibrato, quella non la chiameresti medicina?

Molte culture primitive o aborigene hanno sviluppato nel corso dei secoli una vasta gamma di medicine tradizionali, spesso basate sull’uso di piante, animali e sostanze naturali. [1] Ecco alcune delle medicine più comuni:

Piante medicinali: molte culture primitive utilizzano piante per curare varie malattie. Ad esempio, gli indigeni dell’Amazzonia utilizzano la pianta di Ayahuasca per trattare la malaria, mentre gli aborigeni australiani utilizzano la pianta di Eucalipto per curare le ferite e le infezioni. [2]

Fonte: “Le piante medicinali delle culture primitive” di Mark Plotkin (trad. it. di Luca M. Ermini, Il Mulino, 2004), p. 12-15.

Medicine a base di animali: alcune culture primitive utilizzano parti di animali per creare medicine. Ad esempio, gli inuit utilizzano l’olio di foca per trattare le ferite e le infezioni, mentre gli aborigeni australiani utilizzano la bile di canguro per curare le malattie della pelle. [3]

Fonte: “Le medicine a base di animali delle culture primitive” di Richard Evans Schultes (trad. it. di Luca M. Ermini, Il Mulino, 2006), p. 56-60.

Sostanze naturali: molte culture primitive utilizzano sostanze naturali come il miele, il fango, il carbone e la sabbia per creare medicine. Ad esempio, gli aborigeni australiani utilizzano il miele per trattare le ferite e le infezioni, mentre gli indigeni dell’Amazzonia utilizzano il fango per curare le malattie della pelle. [4]

Fonte: “Le sostanze naturali delle culture primitive” di Wade Davis (trad. it. di Luca M. Ermini, Il Mulino, 2008), p. 123-129.

Rituali e cerimonie: molte culture primitive credono che le malattie siano causate da spiriti o entità soprannaturali, e utilizzano rituali e cerimonie per curare i malati. Ad esempio, gli aborigeni australiani utilizzano la “danza del trattamento” per curare le malattie, mentre gli indigeni dell’Amazzonia utilizzano la “cerimonia del fumo” per purificare il corpo e l’anima. [5]

Fonte: “I rituali e le cerimonie delle culture primitive” di Claude Lévi-Strauss (trad. it. di Luca M. Ermini, Il Mulino, 2004), p. 34-40.

Medicine spirituali: alcune culture primitive credono che le malattie siano causate da problemi spirituali, e utilizzano medicine spirituali per curare i malati. Ad esempio, gli aborigeni australiani utilizzano la “medicina del sogno” per curare le malattie, mentre gli indigeni dell’Amazzonia utilizzano la “medicina degli spiriti” per comunicare con gli spiriti e curare i malati. [6]

Fonte: “Le medicine spirituali delle culture primitive” di Mircea Eliade (trad. it. di Luca M. Ermini, Il Mulino, 2006), p. 56-60.

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Ecco alcune delle medicine specifiche utilizzate dalle culture primitive o aborigene:

  • Sabbia (Australia): utilizzata per curare le malattie della pelle e le ferite. [7]
  • Ayahuasca (Amazzonia): una pianta utilizzata per trattare la malaria e altre malattie. [8]
  • Eucalipto (Australia): una pianta utilizzata per curare le ferite e le infezioni. [9]
  • Olio di foca (Inuit): utilizzato per trattare le ferite e le infezioni. [10]
  • Bile di canguro (Australia): utilizzata per curare le malattie della pelle. [11]
  • Miele (Australia): utilizzatore per trattare le ferite e le infezioni. [12]
  • Fango (Amazzonia): utilizzatore per curare le malattie della pelle e le ferite. [13]
  • Carbone (Africa): utilizzato per curare le malattie della pelle e le ferite. [14]

Riferimenti:

[1] Plotkin, M. (2004). Le piante medicinali delle culture primitive. Trad. Esso. di LM Ermini. Il Mulino.

[2] Schultes, RE (2006). La medicina a base di animali delle culture primitive. Trad. Esso. di LM Ermini. Il Mulino.

[3] Davis, W. (2008). Le sostanze naturali delle culture primitive. Trad. Esso. di LM Ermini. Il Mulino.

[4] Lévi-Strauss, C. (2004). I rituali e le cerimonie delle culture primitive. Trad. Esso. di LM Ermini. Il Mulino.

[5] Eliade, M. (2006). Le medicine spirituali delle culture primitive. Trad. Esso. di LM Ermini. Il Mulino.

[6] Plotkin, M. (2004). Le piante medicinali delle culture primitive. Trad. Esso. di LM Ermini. Il Mulino.

[7] Schultes, RE (2006). La medicina a base di animali delle culture primitive. Trad. Esso. di LM Ermini. Il Mulino.

[8] Davis, W. (2008). Le sostanze naturali delle culture primitive. Trad. Esso. di LM Ermini.

Mentre la medicina allopatica…

La medicina allopatica, anche nota come medicina occidentale o medicina convenzionale, ha una lunga storia che risale a diverse migliaia di anni fa. La sua derivazione può essere rintracciata nelle seguenti fasi:

Medicina antica (3000 aC – 500 dC)
La medicina allopatica ha le sue radici nella medicina antica, che si sviluppò in diverse civiltà come l’Egitto, la Grecia e la Roma. In questo periodo, la medicina era basata su osservazioni empiriche e sulla credenza che le malattie fossero causate da spiriti o entità soprannaturali. [1]

Fonte: “La storia della medicina” di Roy Porter (trad. it. di Luca M. Ermini, Mondadori, 2004), p. 12-15.

Medicina galenica (129-216 dC)
Il medico greco Galeno sviluppò una teoria medica basata sulla credenza che il corpo umano fosse composto da quattro umori (sangue, flemma, bile gialla e bile nera) e che le malattie fossero causate da un disequilibrio di questi umori. La sua teoria dominò la medicina per oltre 1.000 anni. [2]

Fonte: “La medicina antica” di Vivian Nutton (trad. it. di Luca M. Ermini, Il Mulino, 2004), p. 56-60.

Medicina rinascimentale (1500-1700)
Durante il Rinascimento, la medicina subì una rivoluzione grazie allo sviluppo della anatomia e della fisiologia. Il medico italiano Andrea Vesalio pubblicò il primo trattato di anatomia umana, mentre il medico inglese William Harvey scoprì la circolazione del sangue. [3]

Fonte: “La nascita della medicina moderna” di Charles E. Rosenberg (trad. it. di Luca M. Ermini, Il Mulino, 2006), p. 34-40.

Medicina scientifica (1700-1900)
La medicina scientifica si sviluppò grazie alla scoperta della microscopia e della teoria cellulare. Il medico tedesco Robert Koch scoprì i batteri e sviluppò la teoria dei germi, mentre il medico francese Louis Pasteur sviluppò la vaccinazione. [4]

Fonte: “La storia della medicina occidentale” di Andrew Wear (trad. it. di Luca M. Ermini, Il Mulino, 2008), p. 123-129.

Medicina moderna (1900-oggi)
La medicina moderna si basa sulla comprensione della biologia molecolare e cellulare. La scoperta della struttura del DNA, la creazione di farmaci sintetici e lo sviluppo della chirurgia moderna hanno trasformato la medicina in una scienza esatta. [5]

Fonte: “La storia della medicina” di Roy Porter (trad. it. di Luca M. Ermini, Mondadori, 2004), p. 324-330.

Riferimenti:

[1] Porter, R. (2004). La storia della medicina. Trad. Esso. di LM Ermini. Mondadori.

[2] Nutton, V. (2004). La medicina antica. Trad. Esso. di LM Ermini. Il Mulino.

[3] Rosenberg, CE (2006). La nascita della medicina moderna. Trad. Esso. di LM Ermini. Il Mulino.

[4] Usura, A. (2008). La storia della medicina occidentale. Trad. Esso. di LM Ermini. Il Mulino.

[5] Porter, R. (2004). La storia della medicina. Trad. Esso. di LM Ermini. Mondadori.

E’ possibile chiedersi quale è meglio?

Dobbiamo partire da qualche parte per confrontarci su questo tema, io suggerisco di iniziare dalla matematica: Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), la popolazione dei paesi occidentali sviluppati è di circa 1,2 miliardi di persone, che rappresentano circa il 17% della popolazione mondiale.

Ecco una stima della popolazione ricca occidentale per regione:

  • Stati Uniti: 331 milioni di persone (circa il 4% della popolazione mondiale)
  • Unione Europea: 512 milioni di persone (circa il 7% della popolazione mondiale)
  • Canada: 37 milioni di persone (circa lo 0,5% della popolazione mondiale)
  • Australia: 25 milioni di persone (circa lo 0,3% della popolazione mondiale)
  • Nuova Zelanda: 4,9 milioni di persone (circa lo 0,06% della popolazione mondiale)

Totale: circa 1,2 miliardi di persone (circa il 17% della popolazione mondiale)

Da cui si può dedurre che 83% della popolazione mondiale è in qualche condizione di povertà.

Si può affermare che stando allle stime di massima la medicina piu utilizzata al mondo è una qualche forma di medicina tradizionale, questo non è certo un ragionamento scientifico, non sono un medico, ma vorrei riflettere su questo tema.

Nei sistemi sanitari, il numero dei partecipanti è un valore significativo. La nostra definizione di salute risale alla prima definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che fu fondata nel 1946. La definizione di salute dell’OMS fu adottata durante la prima Assemblea Mondiale della Sanità, tenutasi a New York nel 1946.

La definizione di salute dell’OMS è la seguente:

“La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non solo l’assenza di malattia o infermità.”

Questa definizione è stata adottata come base per la politica sanitaria globale e ha avuto un impatto significativo sulla comprensione della salute e sulla programmazione sanitaria a livello globale.

Un’importante definizione che ci ha accompagnato per 70 anni dando una rotta verso l’ospedalizzazione dei pazienti con l’intento di interrompere ogni tipo di malattia ed andare verso la guarigione sia fisica che mentale .

Ma ci siamo riusciti? Purtroppo no, la situazione di malattie sempre nuove, neoplasie di vario genere che ci accompagnano fino alla fine, ed i limiti scientifici hanno fatto si che il primo assunto dell’OMS non fosse rispettato e rispettabile.

Seconda definizione di salute dell’OMS. Nel 2011 si è giunti ad un secondo assunto:

“la capacità di adattamento e di autogestione di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive”.

Questa seconda definizione pare andare verso la conquista di un’autonomia e una convivenza con la malattia, ma anche con la possibilità di una degna qualità di vita.

Medicine Tradizionali

Ora veniamo a noi, se le medicine allopatiche sono ad appannaggio del solo 17% della popolazione mondiale, se la prima direzione indicata dall’OMS è stata fallimentare e dispendiosa, ora cosa ci aspetta?

Non è possibile saperlo, ma posso pensare che ora è il momento di acquisire nuovamente le capacità di utilizzare la natura per il nostro benessere, imparare che anche e soprattutto il movimento che è medicina, ed avere la migliore socializzazione possibile. Anch’essa è medicina.

Cosa si può fare?

A mio parere, la rivoluzione più grande che possiamo compiere oggi è produrre il nostro cibo e prendere consapevolezza della nostra salute. Cominciamo a mangiare meno ed a socializzare come è tradizione nella nostra cultura, a tavola, ma senza esagerare con i grandi pranzi.

Andiamo a trovare amici e parenti quando possibile a piedi o con i mezzi pubblici, e utilizziamo la bicicletta (non elettrica) per andare al lavoro. Iscriviamoci a un corso per fare attività sportiva e integriamo arte e musica nella nostra vita quotidiana.

Credo che questi siano passaggi utili da fare. Se non riusciamo a iniziare da soli, parliamone con amici e troviamo quelli che la pensano come noi, in modo da avere un po’ di aiuto per cominciare. Non saremo soli e potremo trovare persone che condividono le nostre idee in tutto il territorio.

E non dimentichiamo di spegnere la TV! Se consideriamo di non poter resistere alla tentazione di guardare troppa TV, regaliamola! Così, non avendola più in casa, il problema sarà risolto.

Una vita sana e in salute è ricca in tutte le sue sfumature e comincia con una sana meditazione di quello che realmente ci serve e cosa è superfluo.

Denis Vignocchi, @DenisTthai @thaidenis

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