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7 Settembre 2024

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Mediterraneo, mare di tutti e di ognuno di noi

Culla di antiche civiltà, risorsa ambientale, paesaggistica e alimentare di incalcolabile valore. Il “mare di mezzo” è ponte o confine invalicabile tra culture, popoli e visioni del mondo diverse?

Mediterraneo, mare di tutti e di ognuno di noi

Mediterraneus, il “mare in mezzo alle terre”. Da poco tempo, ho visto il bel film “Io Capitano” di Matteo Garrone. E proprio mentre dal nostro lato del mare, si consumano i primi riti dell’estate con code di auto e spiagge affollate, sul lato meridionale, la tragedia della guerra israelo-palestinese vive un ennesimo così tragico capitolo, da far passare in sordina il continuo stillicidio di morti.

Profughi in cerca di una vita migliore.

La prima riflessione che mi viene alla mente, è che anche il Mediterraneo, come tutte le cose che stanno in mezzo, può unire o dividere.

La stessa sorte che tocca ai confini, ai muri, ai ponti.

Divide il nostro mondo di europei ricchi, sempre più vecchi, impauriti e cronicamente ammalati dal loro di africani giovani, affamati, arrabbiati e pieni di speranze. Il nostro “benessere di plastica” di consumatori annoiati, sempre alla ricerca di un gadget nuovo che ci emozioni almeno per il poco tempo che servirà per farlo transitare dalle nostre tasche fino alla discarica, dalla paura, dalla disperazione e dalla fame dei profughi di guerre o carestie che hanno perduto tutto, o di giovani in cerca di una vita migliore. Respingendoli o trattandoli con disprezzo, contribuiamo a negare loro anche la dignità di essere umani.
Il dibattito tra “accoglienza e respingimento” di questi migranti, è datato, ma sempre attuale e “viscerale”.

Personalmente penso che il fenomeno delle migrazioni, sia antico come l’uomo.

Senza un’atavica pulsione al viaggio, alla scoperta e (purtroppo) spesso alla molto meno romantica fuga dalla miseria, dalla carestia o dalla guerra, l’umanità non avrebbe mai colonizzato la Terra e viaggiato nel Cosmo.

Inoltre credo che, in particolare a noi italiani, faccia difetto la memoria.
Forse pochi altri popoli oltre al nostro, hanno contato negli ultimi due secoli, tanti migranti quanto noi!
E per favore, non mi si venga a dire che “però noi eravamo tutte brave persone e lavoratori”, visto che abbiamo esportato mafia, ndrangheta e camorra ovunque!
I delinquenti sono tali con qualsiasi passaporto in tasca!
Non vale quindi il detto “delinquenti e buoi, dei paesi tuoi…”.

Altra riflessione che voglio condividere, è quella sugli interessi economici di europei, americani, russi, cinesi, ecc. sulle enormi ricchezze di risorse naturali di Africa e Medio Oriente, indispensabili per sostenere l’assurdo e continuo sviluppo infinito dell’economia. Prima da colonizzatori in armi, poi da predatori, mandanti e corruttori di governi e organizzazioni militari, le così dette economie sviluppate, da secoli condizionano e manovrano l’equilibrio ambientale, politico e sociale di quelle aree.

Fra le conseguenze inevitabili di tutto questo, ci sono proprio le migrazioni di massa, che facendo rotta attraverso il Mediterraneo, approdano sulle nostre coste.

Già, le meravigliose coste del Mediterraneo, con paesaggi mozzafiato, ricche di bio diversità, di ambienti incontaminati, di testimonianze storico-culturali e di risorse…

Questo mi conduce all’ultima riflessione sul Mediterraneo: Mare Plasticum.

Ormai le notizie e gli allarmi su isole galleggianti di plastica e, molto più grave, la presenza di microplastiche letteralmente ovunque, dal cibo che consumiamo, all’acqua che beviamo, sono così frequenti, da esserci assuefatti. Sono centinaia di migliaia le tonnellate di plastica che inquinano il Mediterraneo, devastando coste, fauna e habitat marini. L’invasione dei rifiuti di plastica in mare e sulle coste e delle microplastiche disperse, oltre che un danno per la pesca e il turismo, entrando nella catena alimentare, sono una grave minaccia anche per la salute.

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Cerchiamo di essere anche noi fautori di un piccolo cambiamento, eliminando completamente l’uso delle plastiche “usa e getta” (già vietate per legge, ma ancora facilmente disponibili), limitando al massimo il nostro consumo di plastica e smaltendola correttamente a fine vita. Nei nostri picnic estivi sulle spiagge (ma anche sui monti, al lago o in campagna) impegniamoci sempre a riportare indietro tutti i rifiuti che produciamo, conferendoli correttamente, senza mai disperderli nell’ambiente.

Per le sfide che ci troviamo davanti, avremmo bisogno di politici e amministratori di alto livello, con una visione “olistica”del mondo. Capaci di scelte coraggiose e a volte impopolari.

Ma anche ognuno di noi può e deve fare la sua parte, contribuendo a un cambiamento ormai ineludibile, se vogliamo preservare il Pianeta e coloro che lo abitano.

Buone Vacanze.

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