L’attenzione verso la sostenibilità è in crescente aumento nel settore del vino. A livello italiano, negli ultimi anni le vendite di vino biologico sono lievitate: 85% per i vini DOC e DOCG, 65% per gli spumanti e 118% per i vini IGT. Soprattutto nel settore della grande distribuzione, le vendite di vini biologici sono cresciute in modo esponenziale, si pensi che i vini bio dell’Emilia Romagna hanno visto un aumento delle vendite pari al 233%. Ma il maggior successo si riscontra nel mercato estero dove i Paesi più rilevanti sono Germania, Stati Uniti, Svezia, Canada, Svizzera e Cina.
I vantaggi del vino biologico non sono solo economici, ma anche da un punto di vista ambientale e di qualità dei prodotti finali!
A livello nazionale gli ettari di viti biologiche hanno visto una crescita del 23% e in alcune regioni come la Basilicata, si è arrivati anche a raddoppiare le superfici di vigneti che adottano criteri di sostenibilità. Questo significa maggiore tutela della biodiversità, degli habitat, del paesaggio e cura della qualità del suolo che è fondamentale per la vitalità e salute dei vigneti. La gestione intensiva delle viti ha portato ad un impoverimento dei terreni, richiedendo un maggiore impiego di interventi umani attraverso l’impiego di concimi e fertilizzanti con importanti conseguenze sull’ambiente. L’accumulo di queste sostanze nel terreno determina un peggioramento delle sue caratteristiche ed anche l’inquinamento delle falde acquifere. Tutto ciò ha ripercussioni sull’ambiente, ma anche sulla qualità del vino. Infatti, anche se una vigna può adattarsi e crescere su tanti tipi di terreno, il carattere di un vino dipende fortemente dalla qualità del suolo.
Ad esempio, terreni sabbiosi che tendono a mantenere maggiormente il calore e hanno un buon drenaggio delle acque danno origine a vini profumati e tanninici come il Barolo o il Nebbiolo. Suoli argillosi che hanno una maggiore umidità, producono vini con minore gradazione alcolica. Variare la qualità del suolo significa influenzare le caratteristiche del vino.
L’impiego di tecniche sostenibili nella viticoltura porta ad ottenere notevoli vantaggi.
Tecniche come la lotta biologica e i sistemi agronomici permettono di ridurre gli impatti ambientali, grazie all’impiego di prodotti biodegradabili, minor interventi umani ed assenza di residui chimici. Anche la viticoltura di precisione che si basa su un uso mirato di prodotti come concimi e fertilizzanti, permette di dosare le loro quantità a seconda delle diverse necessità delle zone del vigneto evitando così dispersioni inutili.
La sostenibilità ha ricadute anche per la biodiversità.
Grazie all’impiego di prodotti meno impattanti si ha una maggiore ricchezza di specie vegetali e floreali nella vigna. Questo favorisce la presenza di insetti ed altri piccoli animali che aiutano a ridurre la presenza di parassiti nelle viti. Anche per il terreno, le coltivazioni biologiche portano a maggiori benefici. La presenza di microorganismi come ad esempio i funghi oppure i lombrichi facilitano la degradazione delle sostanze organiche, migliorano la disponibilità di acqua e di ossigeno, ed arricchiscono il suolo di minerali preziosi che nutrono le piante e riducono gli aggressori delle radici della vite. Introdurre la sostenibilità nella viticoltura porta quindi a numerosi vantaggi, non da ultimo quello degli aspetti sociali e culturali, grazie alle forti interconnessioni che si creano tra vino e territorio, la valorizzazione delle tradizioni e la crescita di un economia locale.