Il mondo della birra è profondamente cambiato. La notizia è che la birra artigianale adesso esiste, anzi per la verità ha compiuto più di vent’anni. In questo lasso di tempo la trasformazione del settore è stata così repentina e rivoluzionaria da modificare completamente il quadro nel quale si muovono tutti gli attori in gioco. Per gli operatori del settore si sono aperte notevoli opportunità professionali e il numero dei birrifici artigianali è in costante crescita.
Per il consumatore il risveglio è stato dolce come l’essere catapultato nel paese dei balocchi, tale e tanta è la scelta a confronto della stagione precedente.
Oltre 1.000 birrifici in tutta Italia… isole comprese.
Solo qualche anno fa, uno dei massimi esperti mondiali del settore, definì il mercato italiano come il più dinamico ed in crescita a livello planetario.
Quali sono le caratteristiche specifiche della nostra realtà?
Sostanzialmente la creatività italiana è l’elemento forte dei birrai nostrani.
Secondariamente il poter spaziare in un mercato “vergine”, in cui le tradizioni e le normative anche a livello di ingredienti non sono così rigide come altrove (es. la Germania e il suo Editto di purezza del Duca di Baviera del 1516 proprio cinquecento anni fa esatti).
La forza e la costanza dei nostri artigiani birrai, unita alla voglia di sperimentare e aprire le porte a nuovi ingredienti, a volte tipicamente locali, scelti con precisione e meticolosità quasi maniacale, hanno fatto sì che in breve tempo l’orizzonte sensoriale e gustativo della birra artigianale sia andato ben oltre le scialbe produzioni industriali spesso incolori, inodori e insapori; grandi gruppi che per decenni hanno saputo vendere la “bionda” solo grazie all’associazione con l’immagine patinata di una bella ragazza nordica.
Oggi la birra artigianale italiana raccoglie successi e premi in tutto il mondo, ma per noi che amiamo questa bevanda la cosa più importante è il mantenimento della qualità al di là delle mode.
L’abnegazione di chi passa quattordici ore al giorno, almeno, tra tini di fermentazione e maturatori ci è di conforto; un po’ meno rassicurante è la confusione ingenerata dai grandi gruppi industriali che per tutta risposta scimmiottano la birra artigianale onde evitare una emorragia di consumi.
Articolo di Luca Segale – Publican dal 1996 del Mister Fogg “birreria di ricerca” a Dormelletto (No)