Non possiamo generare un cambiamento focalizzandoci soltanto sui problemi e sulle difficoltà del momento presente; abbiamo bisogno di costruire una visione positiva del futuro che sia attraente e ci motivi a fare qualcosa per cambiare.
Il processo di transizione nasce nel momento in cui definiamo questa visione, che diventa il nostro obiettivo concreto e desiderabile da raggiungere. Non è un passo semplice da compiere per noi adulti, perché in genere non ci permettiamo più di sognare come facevamo da bambini.
Ma se vogliamo davvero creare un mondo migliore è importante recuperare questa capacità e ricominciare a immaginare la nostra città, il nostro quartiere o il nostro paese tra 30 anni.
Come vorremmo che fosse? Come saranno le relazioni tra le persone? Come sarà il nostro stile di vita? Come faremo a vivere in modo più sano e felice consumando meno petrolio, gas e gasolio?
Quando pensiamo al futuro il nostro immaginario solitamente è occupato da mondi ipertecnologici o da immagini catastrofiche, per questo è importante cercare ispirazione nei nuovi modelli di vita rispettosi della Terra, della comunità e delle persone, che si stanno diffondendo in tutto il mondo.
Creare una visione positiva del futuro è molto più facile e divertente in gruppo.
Possiamo immaginare e credere in un mondo in cui il cibo venga prodotto con metodi naturali e a km 0, le case siano ben coibentate e riscaldate utilizzando esclusivamente energie rinnovabili, i rifiuti siano ridotti riutilizzando e riciclando, il percorso educativo dei bambini favorisca maggiormente gli aspetti pratici, artistici e relazionali, lo stile di vita delle persone sia più sano, equilibrato e soddisfacente, le comunità locali siano ricostruite grazie ad una nuova economia che le sostiene, ad un equa distribuzione della ricchezza, alla diffusione di metodi di facilitazione e di partecipazione.
di Massimo Giorgini, Psicologo, Counseling, meditazione del suono primordiale, facilitazione gruppi a Bologna.